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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 80
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originale
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[80] Redeo ad deos. Ecquos si non tam strabones at paetulos esse arbitramur, ecquos naevum habere, ecquos silos, flaccos, frontones, capitones, quae sunt in nobis, an omnia emendata in illis? Detur id vobis; num etiam una est omnium facies? Nam si plures, aliam esse alia pulchriorem necesse est, igitur aliquis non pulcherrimus deus; si una omnium facies est, florere in caelo Academiam necesse est: si enim nihil inter deum et deum differt, nulla est apud deos cognitio, nulla perceptio.
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traduzione
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80. Torno agli d?i. Dovremo dunque ritenere che alcuni di essi, se non proprio strabici, abbiano per? uno sguardo
leggermente obliquo? Che vi siano d?i deturpati da un neo, camusi, con lunghe orecchie penzoloni, con la fronte
esageratamente larga, col capo enorme, coi difetti cio? che riscontriamo in noi? Oppure tutto in loro ? perfetto? Anche
ammessa quest'ultima vostra asserzione, dovremo pensare che gli d?i abbiano tutti il medesimo aspetto? Se presentano
aspetti diversi l'uno sar? pi? bello dell'altro ed esister? qualche dio non dotato di eccelsa bellezza. Se invece l'aspetto ?
identico per tutti c'? davvero da pensare che in cielo trionfi la scuola accademica dato che, non essendovi differenza fra
l'una e l'altra divinit?, ogni conoscenza e percezione risulta fra esse affatto impossibile.
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